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al testo proposto da Maria Allo
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ho l’angelo alla schiena
come un monumento un anello e dalla mia carne sfoglia veli fino a traversarmi liberamente e io comincio a trovarmi fra tanti morti e già raggelo la fragranza i globuli pieni di freddo convertiti e le mie parole perdono tutta l’aria e sono secche e sono dense più delle terre così è la morte che occorre in una coppa di terra poi le vene rigide e quanto silenzio e tutta la carne ghiacciata per quel ciglio terribile ho già una costola nel cielo che è un raggio una scintilla e quel sapore di fiele si attacca e divento sordo ma se indovino il lampo uscirò dall’aria dal mio turno sepolto dove è tutto vapore le ossa le mani il sudore le carni e le mete dove è tutto ancora aperto come un tempo vacante e lì nel vuoto che tutto gira e si è l’apocalisse sopra l’anatomia senza peso trasparenti come d’assenzio e si è un soffio sarà da lì per l’intero cono del cielo che scivolerò come un tronco e potrò delimitare lo spazio essere un ago nel pianeta lo spartivento e potrò salire al sole con il fuoco tra i denti e un faro d’oro tra le dita e stare eterno per tutta l’aria come un nastro un campo santo |
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